È stata una fiera di alto livello sul fronte del profilo dei contatti, in particolare col Nordamerica: è questo il commento più diffuso alla 50esima edizione di Vinitaly, inaugurata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e visitata anche dal premier Matteo Renzi. «Meno confusione, più affari e più giovani in grado di fare lo storytelling del vino» sottolinea Francesco Zonin.
Donatella Cinelli Colombini, dell’azienda toscana Casato Prime Donne, è entusiasta: «è stato il Vinitaly più riuscito di sempre: tantissimi importatori grandi e piccoli, molti operatori italiani. Ci aspettavamo questo successo perché molti operatori esteri, da mesi, ci dicevano ”quest’anno non vado a Prowein (la fiera di settore che si svolge a Dusseldorf in Germania) vengo a Vinitaly, ci vediamo lì”, e quindi abbiamo iniziato la fiera già con le agende belle piene di appuntamenti. Alla fine il bilancio è estremamente favorevole. Alcuni degli storici problemi sono risolti: meno visitatori ‘amatoriali’, telefonini perfettamente funzionati, meno convegnistica. Insomma una concentrazione sul business che ha dato ottimi frutti».
Per Stefano Antonucci, titolare dell’azienda marchigiana Santa Barbara: «Vinitaly è andato benissimo, siamo molto soddisfatti di questa edizione 2016 che ha visto il Verdicchio in ascesa. Torniamo a casa con una grande energia, forti di nuovi contatti aperti con i mercati esteri, in particolare con California, Cina e Sud-Est asiatico».
Più affari e tanto ottimismo per il vino italiano nel mondo
«In fiera non ho visto cinesi – osserva Marco Caprai, imprenditore dell’azienda vitivinicola umbra Arnaldo Caprai – ma ho visto mister Jack Ma di Alibaba, una spinta a investire sul digitale. Vinitaly rappresenta il meglio dell’Italia, dall’enoturismo al design. E il vino è un linguaggio che dimostra di raccontare bene territori e imprese. Al tedesco ProWein, il Paese del vino ospite è più debole di noi, e devi pensarti internazionale; a Vinitaly il mondo viene per l’Italia, e presto verranno anche più cinesi attratti dal nostro stile di vita».
«Questo 50/mo Vinitaly – dice Federico Lombardo di Monte Iato, responsabile marketing Firriato – ha ampiamente confermato la nostre aspettative. Da Verona torniamo in Sicilia carichi di ottimismo. Il 2015 per noi è stato un anno positivo e questo Vinitaly ha rafforzato ulteriormente le nostre premesse per il 2016 per il quale puntiamo a mantenere costante questo trend di crescita. La nuova formula pensata dalla Fiera – continua Lombardo di Monte Iato – ha sicuramente favorito l’incontro con i buyers internazionali e ci ha permesso di incrementare ulteriormente le vendite sul mercato domestico, soprattutto sul versante della ristorazione dove abbiamo registrato una ripresa della domanda dei nostri vini di fascia alta: su tutti le etichette che produciamo sull’Etna e a Favignana».