Il sistema delle imprese artigiane della Toscana che lavorano per conto delle grandi griffe ha cambiato pelle nell’ultimo decennio e, secondo uno studio di Cna Federmoda Toscana, oggi il 50,7% delle imprese artigiane della moda è a guida straniera. Un fenomeno che si registra solo nel comparto del lusso: qui, solo il 49,2% è in mano agli italiani, rispetto alla media del complesso delle attività artigiane che per l’80,2% è a guida tricolore.
«L’analisi quantitativa che abbiamo svolto mostra come il settore della moda regga solo grazie alle imprese artigiane a titolarità straniera – dicono in Cna – Il fenomeno dell’imprenditorialità straniera è stato in grado di portare la dinamica dell’artigianato su valori positivi nei settori dove è presente significativamente e di generare quel ricambio generazionale senza il quale vi sarebbe il declino».
Innovazione, formazione e nuove figure per il rilancio dell’artigianato del lusso
In sostanza, i maestri artigiani invecchiano e gli italiani mostrano di non essere capaci di affrontare il passaggio generazionale con risultati positivi: negli spazi di produzione e di mercato lasciati liberi dagli italiani, si inseriscono con successo gli stranieri. Gli artigiani, che prevalentemente lavorano per conto terzi, spesso lasciano perché legati alle commesse di un unico datore di lavoro e perché i compensi sono sempre più bassi, soprattutto se confrontati con i prezzi esorbitanti e in aumento dei prodotti finiti.
Per Cna è necessario ripartire da politiche di diversificazione e di efficienza: l’artigiano che può farcela è quello che si avvale di personale giovane, macchinari recenti, è attento all’innovazione di prodotto ed è capace di presidiare nuovi mercati. E poi, per garantire una continuità all’artigianato della moda guidato da imprenditori italiani, servono principalmente percorsi tecnico-professionali orientati verso le nuove traiettorie dello sviluppo, figure professionali nuove quali il temporary designer o il temporary manager.