Italia e Francia sono ancora troppo distanti in fatto di cooperazione agroalimentare: quelle italiane sono ancora “tante e piccole” e hanno bisogno più che mai di “crescere e stare insieme per poter lavorare meglio e diventare utili e distintive”. Lo ha detto Giovanni Luppi, in rappresentanza della Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, nel corso della tavola rotonda conclusiva di una due giorni di studi internazionali organizzata dall’Accademia dei Georgofili e da Agrinsieme sulla cooperazione agroalimentare.
«L‘Europa – ha sostenuto nella sue conclusioni il coordinatore di Agrinsieme, Giorgio Mercuri – incentivi sempre di più lo strumento cooperativo e operi una revisione della attuale Pac, orientandola in maniera da poter dare risposte concrete e opportunità di crescita alle aziende, anche a quelle grandi, perché solo così le aziende possono essere davvero stimolate a mettersi insieme. Perché se cresce la cooperazione agroalimentare, cresce l’agricoltura».
In Italia c’è troppa dispersione e poca volontà di aggregazione
Nel corso dell’iniziativa, alla quale hanno preso parte accademici e imprenditori italiani e francesi, è emerso come la Francia, con 2.600 cooperative, si collochi al sesto posto per reddito prodotto dalle cooperative, pari a 86 miliardi di euro (oltre il 55% del totale francese), mentre l’Italia solo al tredicesimo posto. In Italia le cooperative agroalimentari sono 4.722 e hanno una dimensione media di 7,4 milioni di euro di fatturato. Complessivamente fatturano 34,8 miliardi di euro (pari a più di un terzo del valore dell’agroalimentare italiano). Le filiere più rappresentative sono le carni (9,2 miliardi), l’ortofrutta (8,4), il lattiero-caseario (6,4) e il vino (4,3).