Diffidate dalle etichette e dalle pubblicità di cibi che recitano “basso contenuto di sale” o “senza grassi” perché potrebbero risultare fuorvianti. A dirlo è uno studio pubblicato sullo statunitense “Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics”. «I consumatori – afferma Lindsay Smith Taillie della University of North Carolina di Chapel Hill – dovrebbero capovolgere la confezione e guardare l’intero profilo nutrizionale e la lista degli ingredienti per capire se in generale il prodotto è più o meno sano». Le indicazioni del tipo “basso contenuto…”, infatti, si basano su confronti con altri prodotti analoghi e non hanno quindi un reale rapporto con definizioni standard.
«Abbiamo riscontrato – spiega Smith Taillie – che le famiglie a più alto reddito tendevano ad acquistare prodotti con questo tipo di claim. Ciò risulta in linea con le precedenti ricerche secondo cui tali asserzioni tendono ad essere più considerate da persone maggiormente istruite».
Più sono ricchi e più sono istruiti, più facilmente ci cascano
La ricerca americana ha analizzato più di 80 milioni di acquisti per cibi e bevande effettuati negli USA da 40.000 famiglie dal 2008 al 2012. Il 13% dei cibi e il 35% delle bevande acquistate includevano prodotti che affermavano di possedere un basso contenuto di qualcosa. In media, i cibi confezionati con un basso livello di nutrienti avevano il 32% in meno di calorie, l’11% in meno di zuccheri e circa la metà di grassi e sodio rispetto a quelli che non pubblicizzavano niente di simile sulle confezioni, ma alcuni prodotti che si definivano a basso contenuto di nutrienti in realtà ne avevano di più dei cibi che non asserivano niente.
La U.S. Food and Drug Administration regola ciò che i prodotti possono asserire: «Non c’è un errore tecnico nel dichiarare che un prodotto ha un basso contenuto di qualcosa – conclude Smith Taillie – ma i consumatori devono capire che l’etichetta con i valori nutrizionali è più importante del concentrarsi sulle asserzioni di marketing».