Il 31% degli italiani ritiene che i casi di frode e contraffazione alimentare dovrebbero essere puniti con l’arresto ed in generale il 54% giudica questi fatti gravissimi per il Paese. È quanto emerge dall’indagine condotta da Coldiretti/Ixe’. A fronte della intesa attività di controllo svolta dalle forze dell’ordine e dall’ICQRF del Ministero delle Politiche Agricole e sull’onda della preoccupazione che questi dati dimostrano nell’opinione pubblica «è importante – ha sottolineato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – la volontà di procedere ad un rapido aggiornamento delle norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900. È necessaria un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone».
Clamoroso il caso di chi voleva vendere il Parmigiano ‘vegano’
Nel primo quadrimestre del 2017 sono stati sequestrati dall’ICQRF prodotti alimentari per un valore di oltre 59,3 milioni di euro. Scorrendo l’elenco delle violazioni accertate si scoprono plateali contraffazioni: dal falso olio extravergine spacciato come 100% italiano, ma ottenuto con miscele di oli lampanti e deodorati dalla Spagna, al Parmigiano Reggiano garantito come “vegano”.
Sul podio degli interventi finora fatti dall’ICQRF fuori dai confini nazionali e sul web a tutela dei prodotti italiani spiccano le frodi sul prosecco che è il vino italiano più esportato, il parmigiano reggiano che è il formaggio Made in Italy più conosciuto al mondo e i wine kit ossia polveri miracolose che promettono in pochi giorni di ottenere i vini più prestigiosi.
«Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare» ha concluso il presidente Moncalvo.