L’allarme contraffazione a livello internazionale, come abbiamo avuto modo di scrivere più volte, è particolarmente elevato, ma a quanto pare gli acquirenti italiani sono piuttosto cauti quando si tratta di farmaci. Il dato è stato riportato da Stefano Vella, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). A margine del summit internazionale organizzato da Ehfcn (European Healthcare Fraud & Cirruption Network) a Roma, per una lotta comune a difesa del ‘sistema sanitario europeo’, Vella ha affermato che: «In Italia ci sono pochissimi casi di contraffazione dei farmaci. C’è un mercato nero di pillole per la disfunzione erettile perché non sono passate dal Servizio sanitario nazionale. E ancora di più per i farmaci utilizzati per il doping come ad esempio gli anabolizzanti. In percentuale però siamo sotto lo 0,1%”».
«La lotta alla frode farmaceutica in Italia funziona da tanti anni – ha osservato Vella, sottolineando che la contraffazione nel nostro Paese – è molto bassa perché i farmaci sono tracciati e abbiamo un sistema sanitario nazionale, che permette a tutti l’accesso ai medicinali essenziali».
Nei Paesi del sud del mondo mancano anche gli strumenti tecnici per fare davvero prevenzione
Il problema della contraffazione è invece gigantesco nel Sud del mondo, dove riguarda il 20-30% dei farmaci. Se vai in farmacia in qualche Paese del Sud spesso compri un farmaco che non è buono, con gravi problemi anche di salute per chi lo assume.
«Noi – ha evidenziato il presidente di Aifa – cerchiamo di fare training per gli operatori sanitari e anche per le autorità regolatorie, però il problema è che i contraffattori sono astutissimi e ci vogliono determinate tecniche, che noi abbiamo per esempio all’Istituto superiore di sanità. Ci voglio macchine speciali, chimici straordinari per capire se un farmaco è contraffatto o no».