Arriva da Coldiretti Ravenna una ferma presa di posizione contro l’accordo di libero scambio con il Canada: condividendo le preoccupazioni espresse da rappresentanti del mondo sindacale, della società civile e delle realtà produttive, l’organizzazione agricola teme che il Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA) “permetterà l’invasione di grano duro trattato in preraccolta con il glifosato vietato in Italia e che in pratica legalizzerà la pirateria agroalimentare contro la quale sia l’Europa che l’Italia stanno combattendo da anni investendo ingenti risorse“.
L’intesa sul commercio fra Europa e Canada, oggetto in questi giorni di discussione e ratifica da parte Senato, avrà effetti immediati per l’agroalimentare nazionale e per la tutela di un patrimonio di qualità e di salubrità che tutto il mondo ci invidia (e ci copia). “È stata sottolineata la necessità di analizzare più a fondo i potenziali effetti del trattato sull’ordinamento democratico, l’uguaglianza di fronte alla legge, l’occupazione, il settore agricolo e agroalimentare, i diritti dei consumatori e dei lavoratori, il settore dei servizi, il principio di precauzione, la salute e l’ambiente”.
Usa e Messico potrebbero scaricare sull’Europa non in linea con le norme sanitarie Ue
Rivolgendosi ai Senatori, Coldiretti evidenzia l’opportunità di attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale francese, alle prese con un ricorso firmato da 106 Parlamentari, sui possibili vizi di incostituzionalità dell’accordo, che potrebbe minare l’esercizio della sovranità nazionale, violare il principio di precauzione, l’indipendenza e l’imparzialità dei giudici e il principio di uguaglianza davanti alla legge.
La preoccupazione che si fa diffondendo non riguarda soltanto il grano duro trattato con il glifosato, vietato in Italia, ma anche la possibilità che attraverso il Canada arrivino in Italia prodotti agroalimentari e di allevamento da Usa e Messico, di fatto bypassando l’applicazione del principio di equivalenza delle misure sanitarie e saltando i severi controlli Comunitari, il tutto mentre la legislazione canadese ammette l’utilizzo di prodotti chimici vietati in Europa.