Il Rapporto Nazionale sul “Turismo del Vino n. 13” curato per Città del Vino dall’Università di Salerno, con il coordinamento scientifico di Giuseppe Festa, ha coinvolto un campione di 25 Strade del Vino italiane e 116 Città del Vino su un totale di 420 (27,62%). Presentato al Simposio Europeo sull’Enoturismo, in Umbria, il rapporto ha mostrato luci ed ombre di una risorsa economica e culturale per il nostro Paese che ha ampi margini di crescita.
Nel 2016, gli arrivi in cantina e il valore dell’enoturismo sono aumentati per il 40,22% dei Comuni e il 60,87% delle Strade Vino, per un totale di 14 milioni di arrivi e un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro. Per contro, il livello medio dei servizi offerti dagli operatori del settore enoturistico (cantine, ristoratori, albergatori) agli enoturisti è giudicato dai Comuni sufficiente/discreto ed il voto medio è di 6,76.
Il sistema vive senza espandersi sui nuovi media di comunicazione
Nel complesso però, a fronte dei buoni risultati ottenuti, la qualità delle infrastrutture è giudicata insufficiente da Comuni e Strade del Vino. È troppo basso poi l’utilizzo dei moderni sistemi di comunicazione: ben il 76% delle Strade non ha una App per smartphone e il 4% nemmeno un sito internet. Si conti infine che in quasi la metà dei Comuni manca un ufficio dedicato.
«Alla luce di questi risultati – commenta il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon – appare sempre più indispensabile istituire una cabina di regia a livello nazionale e almeno regionale per monitorare costantemente il fenomeno e stimolarne la crescita con adeguate politiche enoturistiche».