Abbiamo scritto l’altro giorno della prima intesa raggiunta tra Ue e Giappone per abbattere i dazi che frenano i reciproci scambi commerciali: quanto questi siano importanti per l’agroalimentare italiano è testimoniato dai dati relativi al primo trimestre del 2017. Già nel 2016, l’export agroalimentare italiano verso il Giappone ha registrato un incremento del +17,9%, appena sotto la quota del miliardo a 953 milioni di euro. Ma nel primo trimestre 2017 la crescita è stata del +38,3% rispetto al primo trimestre 2016 e questo spalanca a nuovi scenari commerciali verso il paese del Sol levante.
Per quanto si tratti di un mercato dal peso ancora relativo sul totale delle esportazioni agroalimentari nazionali, fermandosi attualmente al 2,5% complessivo, questi margini di crescita sono l’indice di quanto potrà accadere quando i prodotti Dop e Igp, a seguito dell’accordo in via definizione, potranno essere commercializzati senza dazi.
Il primo trimestre del 2017 promette risultati ancora più importanti per il nostro export
L’export vede, nel 2016, il valore dividersi in ordine decrescente fra “vini e mosti” (151 mln di euro); oli e grassi (120 mln di euro); ortaggi freschi e trasformati (113 mln euro); cereali, riso e derivati (98 mln euro); animali e carni (89 mln euro) e latte e derivati (61 mln di euro). Proprio questi due ultimi comparti (animali e carni e latte e derivati) hanno avuto l’incremento più rilevante nel primo trimestre del 2017: rispettivamente +32,7% e +23,8%.
Discorso a parte meritano le colture industriali, nella quasi totalità tabacchi lavorati: questi sono stati favoriti da un quadro che vede un accordo specifico siglato tra il nostro Ministero delle politiche agricole e la multinazionale Japan Tobacco International a seguito del quale il nostro export è passato dai 10 milioni di euro del 2015 ai ben 169 del 2016.