Secondo il rapporto del Censis per il Ministero dello sviluppo economico, il mercato del falso in Italia vede una corposa crescita nel comparto degli orologi e dei gioielli, che valgono il 5,8% del totale della contraffazione nazionale, il che si traduce in termini assoluti in oltre 400 milioni di euro.
Mario Peserico, presidente di Assorologi e di Indicam-Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione e dg di Eberhard Italia, spiega: «La contraffazione è più forte dove c’è maggior acquisto di beni. Infatti in Europa vale ben il 5% del pil, mentre nel resto del mondo è al 2,5%. Chi li compra lo fa per emulazione dell’originale e l’appeal della marca (a qualunque livello di prezzo, ndr), ma anche per una miope e deteriore ricerca di un risparmio, seppur la qualità sia ben diversa».
L’Italia deve difendere il proprio patrimonio di idee e di creatività
«Il veicolo principale oggi è diventato il web – prosegue Peserico – Abbiamo dei dati clamorosi riguardanti la penetrazione dei falsi in rete e sui social in particolare. Una delle evidenze negli ultimi tre anni è che i sequestri di prodotti falsi sono aumentati tantissimo in termini di numeri, ma a una quantità di pezzi inferiore: non si parla più di container come in passato, ma di singoli pacchetti».
«La nostra è una lotta a tutela della proprietà intellettuale – sottolinea il presidente di Assorologi – perché permettere di vendere questi prodotti è un danno al sistema Paese. In Italia in particolare, visto che viviamo di idee, creatività e accrescimento del valore delle nostre produzioni. Un negozio fisico ha dei doveri e degli obblighi e, se sbaglia, può essere multato. Mi chiedo perché lo stesso discorso non valga per i negozi online».