Sono 19 milioni gli italiani che comprano online, spendendo 16 miliardi di euro: il 3% del totale delle spese online fatte nell’intera Ue. Un giro d’affari che apre la porta a non pochi rischi. A metterli in luce è un’indagine della Camera dei deputati sui pericoli dell’e-commerce, un canale dove prosperano i prodotti falsi e contraffatti: il mercato dei fake cresce del 15% l’anno.
Dopo un anno e mezzo di lavoro, la Commissione di inchiesta parlamentare sui fenomeni della pirateria e del commercio abusivo sembra quasi arrendersi di fronte alle caratteristiche del commercio online che “rendono estremamente difficile attivare efficaci forme di contrasto alla commissione di illeciti via web”. Per provare ad arginare il fenomeno servirebbe un lavoro più organico tra le varie forze dell’ordine: ad oggi la polizia postale ha maturato grande competenza nel contrasto della pirateria musicale e cinematografica, alla pedopornografia e al terrorismo, la Guardia di Finanza si occupa di contraffazione, mentre i Carabinieri sono specializzati nel contrasto delle sofisticazioni alimentari e nella filiera del farmaco.
Ovviamente sul web i più attivi sono i giovani che vanno in cerca dei prezzi ‘troppo bassi’
Non sempre c’è dolo, si dice, ma è evidente che prezzi troppo bassi o “pezzi unici” non presenti nei cataloghi ufficiali dovrebbero almeno far sospettare la realtà di una contraffazione. Altri indizi di illecito sono la vendita di prodotti non presenti sui cataloghi ufficiali e l’eccessiva disponibilità, a livello quantitativo, di prodotti vendibili.
“Ad accrescere la pericolosità della contraffazione via web – scrive la Commissione parlamentare – vi è anche l’atteggiamento condiscendente di una parte dei consumatori. Si è evidenziato che il tasso di penetrazione della pirateria digitale in Italia è più alto nei giovani tra i 14 e i 18 anni, con un’incidenza superiore al 70 per cento”.