Abbiamo dato ampiamente spazio in queste pagine alle contestazioni che hanno accompagnato l’approvazione parlamentare dell’accordo CETA tra Europa e Canada, ma abbiamo anche sottolineato come quell’accordo abbia diviso il mondo dell’associazionismo agricolo. Ora chi è ha favore di quell’accordo lancia una campagna rivolta a tutti quei consiglio comunali nei quali è stata programmata una discussione sul tema.
A Grosseto, Confagricoltura e Cia hanno illustrato le ragioni per cui questo è da ritenersi un accordo che offre molti vantaggi, e interessanti opportunità alle aziende italiane che operano nell’agroalimentare in quanto consente a migliaia di produttori di latte, vino, ortofrutta, olio e altre eccellenze di riuscire, attraverso cooperative e strutture aggregate, a creare un importante valore aggiunto alle loro produzioni grazie alle vendite nel mercato canadese. “L’apertura di nuovi mercati – sostengono le due organizzazioni agricole – rappresenta una priorità per l’agroalimentare di qualità italiano. E’ impensabile difendere l’agricoltura italiana arroccandosi nei confini nazionali o europei, con posizioni di chiusura e protezionismo”.
Benefici per il vino, i formaggi, uova e pollame, ma tutela ‘in casa’ per il grano
Vantaggi si riscontrano per il vino italiano in quanto è prevista l’eliminazione completa delle tariffe e la tutela delle nostre denominazioni. Per il settore lattiero caseario, al primo posto nelle esportazioni in Canada, ben 11 formaggi hanno ottenuto una tutela che prima non esisteva. Inoltre l’accordo prevede l’abbattimento dei dazi su vino, pasta, cioccolata e pomodori, mentre sono eliminati quelli sui prodotti lattiero caseari, uova e pollame.
Confagricoltura e Cia sottolineano infine che con gli ultimi decreti che prevedono l’ obbligo di indicare in etichetta l’origine del riso e del grano per la pasta, sono stati ulteriormente posti dei paletti contro quella che viene paventata come una invasione “aliena” dei prodotti canadesi.