Per celebrare il 50° anno della Doc del Conero, l’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) ha organizzato il convegno ‘Rosso come il vino’, a Camerano in provincia di Ancona, nel corso del quale Nomisma-Wine Monitor ha presentato una ricerca sugli scenari evolutivi del prodotto storico dell’enologia italiana. Dal quadro generale emerge che per i rossi la domanda esplode a Oriente e cresce ancora in Canada e Usa, diminuisce invece in Europa e soprattutto in Italia.
Nel nostro Paese infatti, i bianchi hanno sorpassato i rossi nei consumi rilevati lo scorso anno: 40,6% per i bianchi fermi, 40,2% per i rossi fermi. Complice, la progressiva contrazione della domanda interna e il relativo calo delle vendite (-14%) nell’ultimo quinquennio. «Assistiamo a una repentina migrazione della domanda di vino rosso – ha detto il direttore di Imt, Alberto Mazzoni – e alcuni nostri mercati storici sono depressi. In Germania negli ultimi 5 anni i volumi globali di rossi fermi importati sono calati del -7%, in Svizzera del -9% e in Gran Bretagna del -10%; allo stesso tempo volano quelli di Giappone al +26%, Cina al +25%) e Corea del Sud +16%, oltre a Canada +16% e Usa +11%».
Non bisogna snaturare il prodotto italiano, ma aggiornare le campagne di marketing
Per il responsabile di Nomisma-Wine Monitor, Denis Pantini: «È innegabile come, sia sul mercato nazionale sia in quelli più tradizionali europei, i consumi di vino rosso stiano diminuendo mentre aumentano nei mercati asiatici, in Nord America e in Scandinavia dove il vino rosso viene maggiormente apprezzato per motivi salutistici, di maggior facilità nell’abbinamento alla cucina locale ed anche per ragioni climatiche, come nel caso del Canada o dei Paesi scandinavi, oppure ‘scaramantiche’ come avviene in Cina. Questi cambiamenti di mercato implicano necessariamente modifiche nell’approccio e nelle strategie dei produttori di rossi italiani, il che non significa snaturare né il prodotto né le proprie tradizioni ma ragionare sul potenziale delle altre leve di marketing».