Il Consorzio volontario per la tutela e la valorizzazione dei vini Doc dell’isola di Pantelleria ha un obiettivo preciso: farsi promotore del rilancio di una produzione, sui mercati internazionali, che non è solo tipica dell’isola, ma che certamente può vantarsi di essere unica al mondo, quale è il “Passito di Pantelleria”. Nato vent’anni fa, il Consorzio oggi riunisce 320 agricoltori dell’isola e sei aziende che da sole rappresentano l’80% dell’imbottigliato. A cominciare dalla Pellegrino, la cantina fondata a Marsala nel 1880, e dalla Donnafugata, altra storica azienda il cui patron, Giacomo Rallo, decise nell’89 di puntare anche su Pantelleria. Complessivamente la produzione a Doc raggiunge i 17 mila quintali, circa l’85% della produzione complessiva dell’isola. Primo passo sarà quello di invertire il trend negativo che riguarda la produzione agricola dell’isola: fino a cinquant’anni fa su 8 mila ettari coltivati, 4 mila erano vigneti; oggi sono meno di 600.
Sull’etichetta potrà essere specificata l’unicità del vino prodotto nell’isola di Pantelleria
Il contributo del Consorzio potrà essere fondamentale anche sotto il profilo dello sviluppo economico e turistico dell’isola. Da un lato coniugando la tradizione vinicola del Passito con la conoscenza dei luoghi dove viene coltivato e dall’altro sfruttando al meglio il brand derivante dal riconoscimento Unesco alla coltivazione della vite ad alberello e dall’istituzione del Parco nazionale.
Come conferma Pier Luigi Petrillo, responsabile Ufficio Unesco del Ministero delle politiche agricole: «Si è deciso in primo luogo di permettere ai viticoltori panteschi di inserire nel retro etichetta dei loro vini la dicitura ‘Prodotto secondo una pratica agricola dichiarata patrimonio dell’Umanità’. In questo modo si dà la possibilità di comunicare l’identità dell’isola dando un informazione aggiuntiva sull’unicità e l’eccellenza di questo prodotto».