Al termine di mesi di perizie e controperizie, per le quali sono stati interpellati esperti di livello europeo, 70 bottiglie di pregiatissimo Romaèe Conti, vino da 10mila euro a bottiglia, vanto della Borgogna e prodotto in soli 500 pezzi ogni anno, sono state dichiarate false. Il prezioso carico era stato rinvenuto nell’auto di Enzio e Nicola Lucca, rispettivamente 67 e 32 anni, per questo condannati dal giudice monocratico di Como a cinque anni e mezzo, il padre, e tre anni e mezzo, il figlio. Il giudice ha inoltre disposto la confisca e la distruzione di quelle bottiglie che, seppure imitazioni, contenevano un vino indubbiamente di pregio tanto da essere spacciato per il prezioso Romanèe Conti.
I due erano stati fermati nel febbraio 2013 dalla Guardia di Finanza a Olgiate Comasco, a bordo di una Porsche Cayenne, e le bottiglie messe sotto sequestro con l’ipotesi che potessero essere false. Erano rimaste in un magazzino fino a gennaio scorso, quando erano stati incaricati periti e consulenti.
Per accertare la contraffazione è stato necessario il parere di esperti di assoluto valore
Per le analisi del caso sono stati interpellati esperti di alto livello: Giorgio Rinaldi, membro della giunta esecutiva dell’Associazione Nazionale Sommelier, incaricato dal giudice; il sommelier Luca Martini per la difesa; il pubblico ministero e la parte civile, avevano incaricato Bertrand De Villaine, principale referente della stessa Romaèe Conti, tra i maggiori conoscitori al mondo dei vini prodotti dalla casa francese.
L’esito parlava di vini di indiscutibile qualità, dal prezzo di mercato elevato, ma non quel prodotto indicato sulle etichette dell’esclusiva casa francese. A processo era stato chiamato a testimoniare Jean Charles Cuvelier, cacciatore di falsari in tutto il mondo, secondo il quale i numeri di serie dei vini sequestrati non corrispondevano ai pezzi autentici.