La moda maschile italiana festeggia l’anno appena iniziato, come ormai è tradizione, dandosi appuntamento a Firenze per Pitti Uomo, occasione anche per fare un bilancio, per quanto ancora basato su stime, dell’anno appena trascorso per la moda maschile italiana nel mondo. Ed il 2017 dovrebbe chiudersi con un giro d’affari pari a 9,2 miliardi di euro, in crescita del +2,1% rispetto all’anno precedente. Secondo l’elaborazione di Sistema moda Italia, sul risultato settoriale contribuisce in via principale la performance che ha interessato le vendite oltreconfine, il 65% sul fatturato totale del comparto.
Nel corso del 2017 il valore della produzione assisterebbe ad un deciso recupero rispetto al 2016, arrivando a crescere del +1,4%. Per l’export si stima una nuova accelerazione, che porterebbe il ritmo di crescita a +3%, corrispondente ad un livello complessivo di quasi di 6 miliardi di euro. Nel caso dell’import si prospetta, invece, una dinamica di segno negativo, che porta a prevedere una flessione, stimata al -1,1%; l’ammontare totale scenderebbe così lievemente sotto quota 4 miliardi.
Per aree geografiche i conti vanno male ad occidente, bene ad oriente
Sotto il profilo geografico, la Ue risulta interessata da dinamiche positive con riferimento all’export (+3,8%), mentre l’import sperimenta una flessione nell’ordine del -4,6%. Di contro, le piazze extra-UE presentano una variazione positiva in entrambi i casi: l’export verso le aree non-UE cresce del +3,6%, l’import sale del +2,2%.
Nel dettaglio il nostro export cresce in Germania del +8,0%, in Francia solo del +0,7%, nel Regno Unito del +4,7%. In ambito extra-comunitario, invece, gli Stati Uniti, terzo mercato in assoluto e primo non-Ue, registrano una flessione pari al -4,3%. La Svizzera torna positiva, ma non va oltre al +0,7%. Con riferimento al Far East, Hong Kong e Cina crescono rispettivamente del +2,7% e del +17,1%; sommati, questi due mercati raggiungono praticamente il livello di export diretto in Usa nel medesimo periodo.