La politica agricola comune dell’Europa e l’agricoltura 4.0 sono stati i temi di apertura della 113esima edizione di Fieragricola, la manifestazione internazionale di Veronafiere che conta quest’anno oltre 1.000 espositori, dieci padiglioni occupati con una superficie netta di 57 mila metri quadrati in aumento del +4,4% sull’edizione precedente ed una ‘area demo’ esterna di 7.500 metri quadrati.
A caratterizzare questa edizione 2018 la scelta di Coldiretti di esporre i prodotti frutto di contraffazione diffusi nel mondo e che l’organizzazione agricola denuncia come “ufficialmente autorizzati dalla Ue” in quanto non sarebbero adeguatamente tutelati dagli accordi di commercio internazionale che l’Europa sta faticosamente raggiungendo. “Dal formaggio Asiago made in Japan al Grana carioca, dal Reggianito al Parmesao, dal Provolone al Romano, fino al Sardo e alla Mortadela – afferma Coldiretti – l’Unione Europea legalizza, attraverso la firma degli accordi di libero scambio, le imitazioni delle più note specialità del Made in Italy a tavola che hanno raggiunto il valore record di 60 miliardi di euro”.
Troppo poche le specialità italiane che sarebbero tutelate nell’accordo con il Sud America
“L’ultima trattativa arrivata a minacciare l’agricoltura italiana – aggiunge Coldiretti – è quella in corso con i Paesi del mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (Mercosur)”. Secondo l’associazione “di fatto, meno del 10% delle specialità Made in Italy sarà tutelato”.
«È inaccettabile – ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo – che il settore agroalimentare sia trattato dall’Unione Europea come merce di scambio negli accordi internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale. Nella trattativa Mercosur, delle 291 denominazioni italiane Dop/Igp riconosciute, è stata proposta dall’Unione Europea una lista di appena 57 tipicità da tutelare».