I grandi nomi della moda francese doppiano quelli italiani per giro d’affari, crescono di più e sono più redditizi. La moda tricolore si può consolare con il fatto che le nostre aziende risultano più solide e sono molto più liquide. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’Area Studi di Mediobanca sul settore moda.
Nel dettaglio, nel 2016 il fatturato delle Top15 Moda Francia è stato pari a 76,9 miliardi rispetto ai 30,3 miliardi dei 15 big italiani, in aumento del 3,7% sul 2015 contro il nostro +0,3%. Il settore francese è però più concentrato: solo il gruppo Lvmh vale 37,6 miliardi, più di tutto il Top15 italiano. Al secondo posto Kering (12,3 mld), che comprende marchi italiani come Gucci e Bottega Veneta. Il primo della classifica italiana è con 9 miliardi circa Luxottica che, una volta completata l’integrazione con Essilor, andrà a piazzarsi tra i due colossi francesi.
Il settore vale il 4% dell’intero pil nazionale e cresce soprattutto la gioielleria
Dal 2012 al 2016 i ricavi delle big d’oltralpe sono aumentati maggiormente (+24,4%) rispetto alle italiane (+18,6%). Anche sui margini industriali, seppur in un quadro comunque di flessione, la moda del nostro Paese risulta meno redditizia: l’ebit margin nel 2016 delle Top15 Francia è del 17,2% contro il nostro 11,6%. Tuttavia, le italiane sono più solide (debiti finanziari pari al 22,7% dei mezzi propri contro il 35,5% delle francesi) e soprattutto sono molto più liquide (120% di liquidità sull’indebitamento contro il 51,2%).
Con un giro d’affari che, nel 2016 si è attestato 66,1 miliardi di euro, le aziende del settore moda Italia rappresentano il 4% del PIL nazionale. Tra i settori si conferma predominante l’abbigliamento, seguito dalla pelletteria, ma il più dinamico è la gioielleria. Il fatturato estero, oltre a essere molto rilevante (64,4% del totale) è anche quello che è cresciuto maggiormente (+24,7%) sul 2012.