La Giunta regionale del Veneto ha approvato l’Avviso pubblico “FormaModa – Percorsi formativi nel settore dell’artigianato, della creazione e della vendita di lusso – Linea Made in Italy”. Si tratta di un provvedimento che finanzierà, con 600 mila euro provenienti dai fondi europei, progetti per la realizzazione di percorsi finalizzati alla formazione di specifiche figure professionali operanti nel settore moda, con particolare attenzione alla produzione artigianale di elevata qualità, alla creazione e vendita di beni e prodotti del comparto del lusso.
«Siamo davvero molto soddisfatti – ha commentato il portavoce del Tavolo Veneto della Moda, Pier Giorgio Silvestrin – per l’attenzione che la Regione, in particolare l’Assessore Donazzan, ha riservato alle nostre proposte, traducendole in una nuova iniziativa formativa per l’intero settore moda veneto, e investendo risorse importanti che sicuramente si tradurranno in un vantaggio per le imprese e per gli occupati». L’11% delle aziende della moda italiane è localizzato in veneto: 9.500 unità produttive delle quali 7.468 a carattere artigianale. Con quasi 100 mila addetti, il fatturato ammonta a 15,6 miliardi di euro pari al 18% di quello nazionale.
La Regione ha accolto la proposta che era stata avanzata del Tavolo Veneto della Moda
La proposta del Tavolo era maturata anche sulla base di un questionario svolto tra le imprese dell’intera filiera della moda dal quale è emerso uno spaccato molto interessante della “tensione occupazionale” che esprime questo comparto: centinaia di posizioni scoperte con una media di 2 possibili posti di lavoro per impresa e con punte nella maglieria e nella confezione.
«Abbiamo proposto all’assessore regionale Donazzan – continua Silvestrin – di costruire un censimento dei lavoratori che provengono dal settore moda, con la specifica delle qualifiche possedute, di avviare un bando FSE per attività formativa destinata a queste figure professionali e di promuovere, dopo la formazione, percorsi di apprendistato professionalizzante destinati ai disoccupati over 29 anni. Siamo stati ascoltati e si è imboccata la strada giusta».