Moda e sostenibilità è un binomio sempre più attuale e che vede il Made in Italy in prima fila: ecco altri due esempi di una attenzione che attraversa in vari modi la produzione italiana. Partiamo da Prato, dove l’azienda Rifò ha lanciato sulla piattaforma di crowdfunding Ulule un progetto innovativo: realizzare T-shirt 100% rigenerate, utilizzando il cotone sostenibile, che deriva dalla fibra rigenerata di cotone ottenuta dagli scarti di produzione, e il poliestere rigenerato dalle bottiglie di plastica.
Per produrre una t-shirt si utilizzano in media 2.700 litri di acqua, mentre Rifò richiede solo 30 litri di acqua per produrre una t-shirt e riduce il consumo di pesticidi e di prodotti chimici utilizzati durante la produzione. Gli scarti di produzione di cotone sono divisi per colore, mentre le bottiglie di plastica vengono raccolte per ottenere il poliestere. Questi scarti vengono lavorati contemporaneamente per creare una nuova fibra da cui si ottiene un filato che viene utilizzato per produrre una nuova maglietta 100% rigenerata.
L’impegno sociale non va a discapito della qualità e della creatività che ne risultano anzi esaltate
Il secondo esempio arriva da Milano dove la stilista Giuliana Cella, considerata la regina dello stile ‘international chic’, ha presentato la sua nuova linea di caftani, capi dal sapore orientale ma con riferimenti culturali che questa volta evocano gli estetismi di Fortuny.
In questo caso l’alta qualità del Made in Italy, sottolineato dalla ricerca dei tessuti, quasi tutti disegnati dalla stilista, e dai lini ricamati, le sete, e il velluto, si sposa con un significativo progetto di solidarietà. Giuliana Cella infatti per questa stagione ha scelto di omaggiare il Marocco, sostenendo la giovane stilista Halima Hadir con il suo brand Safira, che nella medina medievale di Fes ha creato un modello imprenditoriale per aiutare le donne che contribuiscono alla creazione dei capi e che così si avviano a costruirsi un futuro migliore.