Quello stroncato dalla Guardia di Finanza di Como non era un semplice traffico di accessori d’abbigliamento contraffatto: da un primo sequestro, comunque ingente, di 55.242 capi in due aziende del comasco, le indagini hanno fatto emergere una rete internazionale operante da almeno tre anni e con un articolato sistema di contraffazione.
Nella prima perquisizione di due società comasche specializzate nel commercio all’ingrosso e al minuto di capi di abbigliamento le Fiamme Gialle hanno rinvenuto numerosi bancali di sciarpe, cravatte e pochette provenienti dalla Cina e riportanti il marchio “Yves Saint Laurent” e la dicitura “Made in Italy”. Appurato, con l’ausilio di una società delegata da vari brand internazionali ad effettuare perizie sui rispettivi prodotti, che i prodotti erano dei falsi, gli investigatori sono risaliti attraverso la documentazione fiscale ad una ditta di Lonate Ceppino, in provincia di Varese, dove i prodotti alterati venivano depositati per l’apposizione delle etichette. Nel corso della perquisizione immediatamente eseguita sono stati trovati ulteriori 110.543 articoli contraffatti.
Alcuni capi falsificati da questo circuito erano finiti nei grandi magazzini di New York
Le indagini non si sono fermate qui, ed ecco entrare in ballo una società argentina, con sede in Buenos Aires, che vantava, falsamente, di essere licenziataria del marchio “Yves Saint Laurent” e che in questa vesta aveva commissionato la produzione di 231.450 capi ad una società con sede a Milano la quale, in qualità di intermediario, aveva trasmesso l’ordine di acquisto e le etichette alle imprese comasche. Queste, dopo aver reperito sciarpe, cravatte e pochette in Cina, aveva consegnato i prodotti a due imprese con sede a Fenegrò e Lonate Ceppino per le operazioni di falsa etichettatura.
Un meccanismo ormai ben oliato che nel periodo dal 2015 al 2017 aveva portato alla falsificazione di circa 800mila capi d’abbigliamento alcuni dei quali destinati al mercato americano. Il valore economico al dettaglio dei 165.785 prodotti sequestrati si aggira intorno ai 25 milioni di euro mentre quello relativo a tutti i beni contraffatti nel triennio sopra indicato supera complessivamente i 150 milioni di euro.