Nel primo trimestre 2018 sono aumentate del +9% le esportazioni agroalimentari italiane verso il Canada: sono dati ufficiali diffusi a Modena dalla locale organizzazione di Agrinsieme, il coordinamento tra Cia – Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative, secondo la quale l’aumento evidenzia l’importanza dell’accordo economico e commerciale tra l’Unione europea e il Canada (il Ceta).
Molto criticato da altre organizzazioni del mondo agricolo, Coldiretti in prima fila, l’accordo non avrebbe avuto solamente questo effetto positivo ed infatti Agrinsieme sottolinea anche che sono scese, sempre nel primo trimestre le importazioni di grano canadese. “L’accordo sta dando quindi buoni frutti – rileva Agrinsieme – e incrementa il flusso delle nostre eccellenze verso un paese con grandi potenzialità. Parmigiano Reggiano, vini ed altre specialità modenesi stanno beneficiando di una intesa che va mantenuta, fino a prova contraria. Ci auguriamo – prosegue Agrinsieme , – che il neo Ministro dell’Agricoltura Centinaio ratifichi il trattato di libero scambio, un accordo che sta portando benefici al Made in Italy”.
Ora il Governo deve ratificare l’accordo che tutela l’export dai rischi della guerra dei dazi di Trump
Anche verso il Canada, il vino è in testa alla classifica dei prodotti esportati ed è il primo comparto tra le vendite estere agroalimentari italiane.
Se la tendenza registrata nei primi mesi dell’anno venisse confermata a fine del 2018, rileva ancora Agrinsieme Modena, “le esportazioni agroalimentari nazionali verso il Canada varrebbero circa 910 milioni di euro e le vendite di vino Made in Italy sul mercato canadese salirebbero a 370 milioni di euro. Dall’applicazione in via provvisoria del Ceta – conclude la nota del coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane – stiamo registrando un dato positivo che conferma il mercato canadese un importante sbocco commerciale per l’agroalimentare italiano”. Aggiungiamo poi che questo mercato diventa oggi ancora più importante vista la guerra dei dazi avviata da Trump e che minaccia di chiudere molte opportunità per i nostri prodotti negli USA.