I settori industriali britannici dei prodotti di lusso e della moda in generale sarebbero i comparti più minacciati da una eventuale Brexit dall’Europa se nessun accordo sarà perfezionato con l’Unione Europea prima dell’addio della Gran Bretagna dal blocco commerciale. Lo spiega Plimsoll Publishing Limited, società con un’eperienza di quasi 30 anni e una solida reputazione nel campo dell’analisi settoriale e di mercato.
I risultati sono stati ricavati utilizzando i dati più recenti dell’agenzia Companies House, un ente pubblico del Regno Unito, combinandoli con lo strumento di analisi di Plimsoll. Secondo lo studio, il 43% delle esportazioni britanniche di beni e servizi erano destinate ai Paesi della UE, e la mancanza di accordo sarebbe disastrosa per alcuni settori. Ed il comparto del lusso si colloca in testa a questa lista di rischio: il 39% delle aziende di questo settore sono segnalate come “in pericolo” e il 33% hanno già i conti in rosso.
Le difficoltà burocratiche e le tariffe doganali colpirebbe non solo l’import ma anche l’export
Nel settore del lusso britannico, il 55% delle società hanno un’attività anche d’esportazione: l’aumento delle tariffe doganali e delle formalità amministrative potrebbe costituire un grosso problema. E tra gli stilisti di moda, il numero di coloro che esportano è ancora più elevato, il 63%.
«Le possibilità che il Regno Unito lasci l’UE senza un accordo commerciale – sostiene Christopher Evans, analista senior presso Plimsoll – sembrano essere aumentate in modo significativo negli ultimi tempi. Sebbene alcuni accolgano apertamente con grande favore un risultato simile, per molti comparti industriali tutto ciò renderà il compito ancora più difficile. Numerosi settori britannici fanno affidamento sul libero scambio commerciale e sui regolamenti comuni che la UE offre loro, ma tutto questo potrebbe cambiare venerdì 29 marzo 2019 e un certo numero di mercati potrebbe subire gravi disagi».