Presentazione in riva al Canal Grande per la seconda edizione del “Green Carpet” che tornerà alla Scala il 23 settembre per premiare gli sforzi etici e ecosostenibili del mondo della moda. «La battaglia per una moda sostenibile è diventata virale, contagiosa nel mondo del fashion» spiega Livia Firth fondatrice e animatrice di Eco Age che con Camera della Moda, Comune di Milano, Mise e Ice ha ideato il progetto Green Carpet.
Dopo il successo dello scorso anno, sul palcoscenico della Scala salirà il gotha delle maison di moda. «Ma non solo le grandi maison – sottolinea Carlo Capasa, numero uno della camera Nazionale della moda – la novità è che anche i piccoli e i giovani designer sono sempre più consapevoli che il futuro della moda non può essere se non sostenibile. E per il 2020 il Made in Italy sarà un avamposto di sostenibilità». Un esempio: Matteo Marzotto, oggi impegnato anche con la maison di moda Dondup, si è presentato con una giacca in jeans che impiegava per il finissaggio molta meno acqua di un jeans tradizionale, grazie all’impiego di una sostanza estratta dal carapace dei crostacei. Una proposta ecosostenibile che presto sarà a disposizione di tutti con il marchio D Zero.
Nacque in Italia il primo documento sulle sostanze chimiche da eliminare dal mondo del fashion
«Già nel 2012 – spiega Carlo Capasa – quando ero consigliere nel board della Camera, raccogliendo le sollecitazioni di alcuni associati, abbiamo capito la necessità di avviare un percorso sulla sostenibilità. Il primo passo fu la pubblicazione di un ‘Manifesto per la sostenibilità’ in dieci punti. Poi però si trattava di scendere nel concreto, così abbiamo varato un primo tavolo di lavoro. Il primo gruppo di lavoro riunì Armani e Prada, Valentino e Gucci. Ma presto si è allargato a Versace, Ferragamo, Ermenegildo Zegna, Bottega Veneta, OTB di Renzo Rosso, il gruppo Tod’s e Loro Piana. Assieme abbiamo iniziato a lavorare al progetto di un protocollo che disciplinasse l’impiego di 360 sostanze nocive nella lavorazione del tessile moda: un anno fa la pubblicazione delle Linee Guida sui requisiti eco-tossicologici per gli articoli di abbigliamento, pelletteria, calzature e accessori. Un lavoro frutto della collaborazione con l’intero sistema italiano della moda, e oggi a disposizione di tutte le imprese associate a Camera Nazionale della Moda Italiana, Sistema Moda Italia, Altagamma, Federchimica, Associazione Tessile Salute e Unic».