Michele Bocchese è il nuovo presidente della sezione Moda e Tessile di Confindustria Vicenza. Proseguendo nel solco della famiglia, il padre Giuseppe con gli altri fratelli si è occupato del Setificio Bocchese fondato dal nonno nel 1908, Michele Bocchese è amministratore delegato del Gruppo Miles, azienda specializzata nella progettazione e produzione di maglieria di alta gamma.
Laureato all’Università Ca’ Foscari di Venezia in Economia Aziendale, dal 2013 al 2018 è stato consigliere di presidenza di “Sistema Moda Italia” con delega alla politica industriale. «Vicenza si conferma la 4° provincia italiana per addetti e export del tessile moda – dice il neo-presidente – un’eccellenza nazionale anche per i valori in termini addetti impiegati e di esportazioni, che da sole valgono il 7% del valore totale italiano. Non solamente il vicentino è terra di grandi marchi, come Diesel, Bottega Veneta, Dainese o Marzotto, ma si compone di moltissime aziende al vertice di prestigiose nicchie di mercato o delle rispettive filiere internazionali».
Il futuro? Tecnologia, innovazione, ma anche ‘quel che gli uomini sanno far meglio delle macchine’
Bocchese ha indicato le direzioni in cui sviluppare il lavoro dei prossimi anni: oltre alla lotta alla contraffazione e alla formazione specifica dei giovani, sotto la sua presidenza si punterà a permettere alle aziende di essere competitive sul mercato internazionale puntando sull’innovazione tecnologica, con l’implementazione della manifattura 4.0, e sulla valorizzazione della propria eccellenza dal punto di vista commerciale, anche sul web.
Il vero patrimonio della moda e del tessile Made in Italy rimane comunque la tradizione, la cultura, il saper fare. Il primo atto del nuovo consiglio è stato l’incontro, alla mostra “Homo Faber: Crafting a more human future”, organizzata dal 14 al 30 settembre a Venezia all’Isola S. Giorgio. «Abbiamo raccontato – sottolinea Bocchese – quello che gli uomini sanno fare meglio delle macchine, per scoprire cosa sta succedendo nei mondi della progettazione e dell’alto artigianato, del design e dei mestieri d’arte, al fine di assicurarne la futura sopravvivenza».