Le violazioni alla proprietà intellettuale aumentano: 35 miliardi di euro il danno per le aziende italiane a livello internazionale stimato da Ocse e Mise con un giro d’affari che nella sola Italia ha raggiunto i 10 miliardi. I dati sono emersi al recente Forum 2018 di Indicam-Istituo Centromarca per la lotta alla contraffazione, che conta 140 imprese associate, pari al 2,5% del Pil nazionale.
Sul banco degli imputati c’è in primis l’e-commerce: «Sta diventando rapidamente il canale principale di vendita – osserva il presidente di Indicam, Mario Peserico – ma ancora non è sottoposto alle regole base del commercio tradizionale. Abbiamo operatori Internet che sono esenti da ogni responsabilità, sfruttando norme comunitarie di un’altra epoca. La contraffazione che si propaga anche a causa della loro passività, con danni diretti alle imprese e indiretti ai sistema Paese». Una delle misure urgenti chieste da Indicam è bloccare le piattaforme dell’e-commerce che non eliminano i beni e prodotti contraffatti da loro stesse messi in vendita online.
Attivare anche le nostre ambasciate all’estero per operare nel contrasto del fenomeno dei falsi
L’associazione propone inoltre una gestione più efficace e uniforme a livello europeo del sistema dei controlli doganali: le “falle”, secondo l’Ocse, permettono l’ingresso in Europa di prodotti fake, per un valore di 85 miliardi di euro. Il dato è in aumento a due cifre, contro il calo del -9% delle ispezioni doganali del 2017.
«Occorre dare una risposta rapida, tempestiva, globale e soprattutto coesa, con una cooperazione pubblico-privata fra tutti i soggetti competenti – ha detto al Forum Dario Galli, vice Ministro allo sviluppo economico – Su questi temi lavorerò come presidente del Consiglio Nazionale Anticontraffazione (Cnac), affinché l’Italia diventi un modello da seguire in ambito internazionale e un punto di riferimento per le nostre imprese e i nostri cittadini».