Dovesse essere accolto con pieno favore, il provvedimento ‘Quota 100’ potrebbe creare gravi problemi nel comparto della moda e del tessile. l’allarme lo lancia Michele Bocchese, Presidente della Sezione Moda e Tessile di Confindustria Vicenza, commentando i dati dell’Osservatorio sulle prospettive e aspettative at work 2018 di PwC, presentato in occasione del XXIII Fashion & Luxury Summit di Pambianco.
«L’età media dei lavoratori – sottolinea Bocchese – è alta e con ‘Quota 100’ rischiamo di perdere alcune competenze prima che ci sia un vero passaggio generazionale. Stiamo registrando un grande interesse dei giovani ad entrare nel mondo del fashion, ma per trasformare questo desiderio in una vera professione c’è bisogno di avviare dei percorsi strutturati per permettere alle nuove generazioni di imparare il mestiere dai ‘maestri’ che operano nelle nostre fabbriche”.
La scuola è in ritardo e il rapporto con il mondo della produzione troppo labile per formare i giovani
«In una provincia che rappresenta la quarta forza nazionale del settore sia per numero di addetti, sia per export – continua Bocchese – il desiderio dei giovani di trovare lavoro nel fashion è sicuramente incoraggiante perché degli oltre 60.000 addetti impiegati in Veneto, un terzo ha un’età superiore ai 50 anni. Sono persone che negli anni hanno imparato a sviluppare un’altissima manualità oltre che un’eccellente conoscenza dei tessuti, dei materiali e dei macchinari. Queste competenze non si imparano in un giorno, servono tanto studio, ma anche la possibilità di imparare guardando e lavorando fianco a fianco con i nostri ‘maestri’ in azienda. In un momento in cui il Made in Italy e le aziende del lusso crescono e possono creare lavoro, manca chi questo lavoro lo possa svolgere, peraltro con ottime soddisfazioni personali ed economiche».