Secondo i dati di Coldiretti, il 2018 è stato un anno nero per l’olio d’olia extravergine tanto che si registra un calo nella produzione del -65%, dovuto alle avverse condizioni climatiche che hanno messo a repentaglio il raccolto. A farne le conseguenze saranno ovviamente i consumatori in quanto s stima un aumento dei prezzi previsto intorno al +50%.
Giustificando questa impennata del prezzo al consumo, Coldiretti lamenta fin d’ora che il consumo possa orientarsi verso prodotti provenienti da Paesi extra Ue venduti a prezzi più bassi e realizzati con olive non italiane e di qualità inferiore. «Ciò – dice Savino Muraglia, produttore di olio da cinque generazioni nel frantoio di famiglia, e presidente di Coldiretti Puglia – di per sé rappresenta una minaccia al Made in Italy che è opportuno bloccare facendo attenzione alle etichette. L’anno scorso su 500.000 Tonnellate di extra vergine prodotto, 200.000 erano prodotte in Puglia, seguita da Calabria e Sicilia. Si spera che l’anno prossimo sia migliore, ma il gelo di quest’anno ha causato gravi danni a diverse piante, soprattutto in Puglia, nel barese. Questo comporta che anche il raccolto dei prossimi tre anni potrebbe essere minacciato».
L’invito ai consumatori è di controllare le etichette per conoscere la provenienza delle olive
Muraglia sulla questione etichette aggiunge: «Approfittando di questa situazione, proliferano casi di concorrenza sleale con produttori di olio non italiani con etichette in cui non viene chiarita la provenienza delle olive. Si tratta di un’operazione illecita che va a svantaggio dell’intera filiera italiana.
Invito i consumatori a cercare solo oli italiani, prodotti in frantoi e aziende agricole, per i quali la filiera è corta e i costi di intermediazione sono nulli. In questo modo si aiuta il Made in Italy a sopravvivere alle minacce esterne».