L’eco-sostenibilità è diventata un parametro essenziale anche per l’abbigliamento classico maschile: la conferma è stata evidente durante il salone fiorentino del menswear Pitti Uomo 2019, dove nella rincorsa all’attenzione per l’ambiente sono stati ampiamente coinvolte anche le aziende produttrici di capospalla e sartoria.
Alla base di tutto la ricerca, sempre più intesa attraverso la sperimentazione tecnologica, che si applica a materiali creativi e alternativi, provenienti da riciclo. Un primo esempio è stata la collezione Laminar – Sartorial Engineering presentata da Herno: si tratta dell’evoluzione tecnologica della linea Herno Laminar lanciata nel 2012 proprio a Pitti Uomo. Alla Limonaia di Villa Strozzi, è andata in scena Ecoalf, capsule 100% Made in Italy creata con cotone, nylon e lane di riciclo, dalla stylist Ana Gimeno con il designer Tiziano Guardini. Blauer Usa utilizza imbottiture da piume e nylon riciclati. Save the Duck celebra l’impresa dello scalatore vegano Kuntal A.Joisher: la conquista degli 8.516 metri d’altitudine, raggiunto con una dieta vegana e una tuta del brand di piumini animal-friendly e green.
Non mancano gli esempi che vanno dallo sportswear ai capispalla più classici e sempre più tecnologici
Aeance lancia la Collezione 03, progettata in collaborazione con l’industrial designer Konstantin Grcic, un ready-to-wear basato su tecno materiali di lusso e tecniche innovative. Alla gamma di capi tecnici, versatili e style-conscious del brand si aggiungono pezzi sartoriali da combinare. Il tutto con un’eco-sostenibilità all’avanguardia: per il 96% i tessuti sono riciclati, naturali, biodegradabili o a base biologica.
Clark’s Originals propone un design studiato per ridurre al minimo gli sprechi e l’uso di colla, mentre Eastpak per i suoi zaini, le borse e gli articoli da viaggio, offre una garanzia di 30 anni e un servizio assistenza post-vendita che aiuta a prolungare ulteriormente la vita dei prodotti. Ecoalf punta su innovazione e tecnologia: reti da pesca scartate, bottiglie di plastica post-consumo, pneumatici usurati, cotone post-industriale e persino fondi di caffè diventano capispalla, costumi da bagno, sneaker e accessori.