È stato corretto il Decreto Legge ‘Semplificazioni’ nella parte che eliminava dalla norma l’obbligo di scrivere in etichetta se un prodotto alimentare contiene Ogm. Un emendamento ad hoc, a firma degli stessi relatori nelle Commissioni affari costituzionali e lavori pubblici del Senato, ha infatti specificato che le norme “sono fatte salve le prescrizioni previste dalla normativa europea relative agli obblighi di tracciabilità e di etichettatura dei prodotti contenenti organismi geneticamente modificati”. Con questa novità viene dunque chiarito che la normativa europea sugli ogm in etichetta dovrà comunque essere rispettata.
Per quel che riguarda l’obbligo di indicazione del Paese d’origine, questo viene limitato ai casi in cui la sua omissione possa indurre in errore il consumatore in merito al Paese d’origine o al luogo di provenienza reali dell’alimento. Viene specificato che l’obbligo sussiste se le informazioni che accompagnano l’alimento o contenute nell’etichetta, nel loro insieme, possono far pensare che l’alimento abbia un differente Paese d’origine o un luogo di provenienza diverso da quello reale. Per esser chiari: se l’etichetta è tricolore, sarà obbligatorio specificare che la materia prima utilizzata non è di produzione italiana.
Previsto uno studio per capire quanto gli elementi di un’etichetta possano condizionare i consumatori
L’emendamento del testo originario prevede ora anche la realizzazione “di appositi studi diretti ad individuare la presenza di un nesso comprovato tra talune qualità degli alimenti e la relativa provenienza nonché per valutare in quale misura sia percepita come significativa l’indicazione relativa al luogo di provenienza e quando la sua omissione sia riconosciuta ingannevole”.
Vengono ora aggiornate anche le sanzioni previste in caso di violazione dell’obbligo rimandando a quelle previste dal regolamento Ue del 2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori.