Sono tornati a vivere, e con pieno splendore i Magazzini Raccordati della Stazione Centrale di Milano: creati nel 1914 per lo stoccaggio e la distribuzione delle merci che arrivavano in treno, da anni erano dismessi e totalmente abbandonati. Oggi sono diventati una sede prestigiosa grazie al progetto Moncler Genius realizzato con la collaborazione del Comune e di Grandi Stazioni.
Il reticolo di tunnel è diventato protagonista di percorsi paralleli che, come in tante piccole gallerie d’arte, espone le installazioni dei tanti designer chiamati da Moncler a ideare le collezioni più raffinate. La formula lanciata lo scorso anno da Remo Ruffini, Presidente e CEO di Moncler, è sempre la stessa: ogni collezione viene lanciata singolarmente attraverso progetti con cadenza mensile e tra loro collegate dal semplice motto “One house, different voices”. E proprio a sottolineare questa pluralità d’intenti e di visioni, all’ingresso di ogni tunnel dei Magazzini Raccordati spicca il nome del designer protagonista.
Proposte innovative per un progetto che nell’internazionalità vuole ricollegarsi alla comunità locale
«Milano dimostra ancora una volta – dice Remo Ruffini – di essere sempre più inclusiva e aperta a realizzare progetti che coinvolgano il pubblico. Sono molto orgoglioso che Moncler partecipi alla riqualificazione di un’area urbana di Milano cosi significativa per riportarla a nuova vita perché credo che lo sviluppo di un’azienda non possa che avvenire in sintonia e nel pieno rispetto della comunità».
E certamente di diversità e di inclusività ce n’è molta nel progetto Moncler Genius. Si va dai tessuti africani di Pierpaolo Piccioli, in collaborazione con Liya Kebede e il suo marchio lemlem, all’Islanda dell’artista Shoplift, con la sua foresta sintetica; dalla galleria d’arte ‘vandalizzata’ da Francesco Ragazzi che invita gli spettatori a spruzzare vernice i capi esposti, al giardino total black dell’inglese Richard Quinn con i suoi piumini a grandi margherite e bottoni gioiello.