Sono già oltre 130 marchi che hanno aderito all’alleanza anticontraffazione proposta da Alibaba, il gigante cinese dell’e-commerce: i membri dell’Alleanza anticontraffazione di Alibaba (AACA) provengono da 16 Paesi e regioni di tutto il mondo. L’alleanza ha già contribuito alla chiusura di 524 racket di produzione, alla cattura di 1.227 sospetti e al sequestro di falsi del valore di 3,6 miliardi di yuan, pari a 535 milioni di dollari nel solo 2018.
Costituita nel 2017, AACA opera per migliorare la protezione dei diritti di proprietà intellettuale sulle piattaforme di Alibaba e creare un ambiente sano per gli acquisti online. I membri dell’alleanza collaborano per fornire un monitoraggio e una protezione proattivi online, indagini e controlli offline, workshop sulla legislazione di settore, contenzioso e campagne di sensibilizzazione. Secondo un rapporto di lavoro del Governo, la Cina è assolutamente impegnata a rafforzare la protezione della proprietà intellettuale e a migliorare il sistema di compensazione punitiva per le violazioni della proprietà intellettuale.
Ma è proprio dalla Cina, compresa Hong Kong, che arriva oltre la metà dei prodotti contraffatti
Secondo gli ultimi dati dell’Ocse, il mercato delle merci contraffatte vale 509 miliardi di dollari, pari al 3,3% degli scambi commerciali mondiali. Un importo che non comprende le “imitazioni” prodotte e consumate all’interno di ciascun Paese né la pirateria via Internet.
Il rapporto Ocse dimostra che il 47% delle merci contraffatte proviene dalla Cina. Una cifra che supera il 60% se si considera anche Hong Kong. A seguire, con percentuali estremamente base, l’India, al 3,4%, e subito dopo gli Emirati Arabi Uniti (3%). I controlli alla dogana vengono elusi seguendo rotte commerciali complesse e sfruttando abusivamente una serie di punti intermedi di transito, considerati delle vere e proprie zone franche. Ma negli ultimi anni è cresciuto anche il ricorso alle piccole spedizioni per il commercio di prodotti contraffatti, effettuate tramite corriere espresso o per posta. Il motivo è che le possibilità di essere scoperti sono ridotte al minimo e c’è meno rischio di incorrere in sanzioni.