“Garantitaly” si prende un paio di settimane di meritata vacanza. I primi sette mesi di lavoro ci hanno confermato l’obbiettivo iniziale; c’è infatti un grande interesse sui temi legati alla tutela del prodotto. La scommessa era individuare il pubblico di riferimento; è stato facile, perché l’attenzione è trasversale. Detto questo, si evidenzia però un grande distacco tra percepire il problema e comportarsi di conseguenza, vale a dire superare imprenditorialmente il mero piagnisteo; troppo spesso, invece, subentra l’italico fatalismo di chi pensa che a risolvere i problemi debba essere sempre qualcun altro. Mi piace ripeterlo: in questioni, quali la salvaguardia del “made in Italy”, i traditori li abbiamo in casa, perché i prodotti targati Cina, truffaldinamente spacciati per tricolori, non arrivano per volere soprannaturale, ma nel nome del mero interesse economico e, talvolta, del solo lucro di qualcuno. Detto questo, va però sottolineato che i sistemi per proteggersi ci sono: dall’applicazione delle normative all’innovazione tecnologica; dalla politica alla lungimiranza imprenditoriale però siamo in profonda crisi. Se chi rappresenta la prima dimostra, ogni giorno, di non essere all’altezza delle trasformazioni epocali, che stiamo vivendo, dalla seconda ci aspetteremmo di più soprattutto nel territorio di nostra provenienza, quel Nordest, definita “locomotiva d’Italia”. Invece, abbiamo l’impressione di una motrice che arranca con grande lena, ma poca lucidità con il rischio che appena ci si fermerà a tirare il fiato, gli altri ci sorpasseranno. In questo tempo non bastano buona volontà, voglia di lavorare e furbizia; serve quella intelligenza, che dimostriamo di sapere mettere a servizio degli altri, ma che disattendiamo a casa nostra. Nel nostro piccolo, vorremmo essere pungolo a quell’Italia di cui siamo orgogliosi, ma che vediamo ripiegata su se stessa; crediamo nella voglia di riscatto del Paese e per questo, fra quindici giorni, saremo ancora qui.
Il direttore
Fabrizio Stelluto