Il settore della contraffazione in Italia non risente di crisi e nel 2011 si mantiene allo stesso livello del 2008, con un indotto che oscilla tra i 3,5 e i 7 miliardi di euro, secondo le stime di Confindustria, mantenendo saldamente il proprio primato tra i paesi “occidentali” sia per la produzione, sia per la commercializzazione di prodotti contraffatti (ovviamente il made in China si conferma, a livello globale, la fonte principale di merci contraffatte).
Nei vari controlli compiuti dalla Guardia di Finanza sul territorio italiano, nel 2010, sono stati sequestrati un totale di più di 112 milioni di pezzi, di cui oltre 69 milioni per contraffazione, più di 13 milioni per la tutela del made in Italy e circa 30 milioni per la violazione di norme sulla sicurezza dei prodotti.
Oggi le merci più contraffatte sono i prodotti di elettronica di consumo (sebbene seguite a breve distanza dalla contraffazione delle griffe di moda), per i quali si è recentemente aperto il mercato con una corsa all’ultimo gadget. Il danno creato da questo fenomeno è differente nei vari settori: mentre nel settore della moda, chi compra capi contraffatti, spesso tende ad avere anche l’originale, o per lo meno a comprare altri prodotti originali della maison desiderata, per l’elettronica possedere un tablet contraffatto basta ad evitare di acquisirne anche uno originale.