Il Veneto conferma al Vinitaly la sua leadership nel panorama vitivinicolo nazionale per quantità e qualità: oltre il 40 per cento infatti gode di Denominazione d’Origine o DOCG. Le cifre complessive del 2011 parlano di una vendemmia che darà circa 8,5 milioni di ettolitri di vino dei quali una quantità pari al 60 per cento partirà per i mercati stranieri, principalmente Germania, Stati Uniti e Regno Unito. L’export veneto vale oltre 1,33 miliardi di euro, con un aumento del 15 % rispetto all’anno precedente, che fa crescere ulteriormente il suo primato storico di prima regione esportatrice d’Italia arrivando al 30,2 per cento sul valore totale nazionale. Due delle prime tre province italiane esportatrici sono venete: al primo posto Verona, per la quale si tratta di un primato storico, mentre Treviso è balzata dal settimo posto del 2001 al terzo, grazie alla Rivoluzione del Prosecco.
Nell’enologia veneta si sono evolute e convivono tante tipologie diverse di aziende: 37.335 aziende agricole, grandi gruppi, numerose cantine sociali (che lavorano il 60% delle uve prodotte nel territorio regionale e tra le quali vi sono le due più grandi e la più piccola d’Europa), piccolissimi produttori che hanno saputo pur senza grandi numeri ritagliarsi interessanti nicchie di mercato. Questo sistema può inoltre contare su una viticoltura basata in gran parte su vitigni autoctoni e su territori particolarmente vocati, dai quali si ottengono vini eccellenti e molto caratterizzati anche dai cosiddetti vitigni internazionali. Mentre la filiera, con salde radici nella tradizione, è impegnata a cogliere e anticipare le tendenze del mercato, come è successo nel caso del “fenomeno” Prosecco o, come molti stanno facendo, con le uve biologiche, cui sono dedicati già in Veneto 1.800 ettari.