Un gioco di prestigio sull’etichetta ed ecco che grazie ad una serie di traduzioni approssimative dal cinese all’inglese e poi dall’inglese all’italiano i prodotti ‘surgelati’ diventavano magicamente ‘congelati’ e quindi non più soggetti alla severa disciplina che vincola le importazioni in Europa dei surgelati. Scoperto il trucco, in due fasi successive, la Guardia di Finanza di Tortona ha posto sotto sequestro la bellezza di 43 tonnellate di cibo cinese, per lo più verdure, illegalmente importate da due diverse società.
Bisogna spiegare che gli alimenti surgelati prodotti al di fuori della Comunità Europea per essere introdotti sul mercato continentale sono soggetti a precise regole, delle quali la principale obbliga il produttore ad ottenere l’iscrizione in un apposito elenco custodito presso il Ministero della Salute. In questo caso, le Fiamme Gialle hanno ricostruito tutti i movimenti dei prodotti, e dei documenti che li accompagnavano, dalla Cina fino a Milano: partita da Shanghai, la merce giungeva, dopo un viaggio di circa un mese, al porto di Genova e quindi all’Interporto di Rivalta Scrivia in provincia di Alessandria, da qui veniva stoccata in un deposito di Milano, dove sono state sequestrate le prime 20 tonnellate truffaldine. Le indagini hanno confermato, infatti, che le verdure erano effettivamente surgelate, ma provenivano da un produttore sconosciuto al Ministero della Salute. Per questo gli importatori avevano escogitato la truffa di farle passare per ‘congelate’, quindi soggette a una disciplina assai meno severa.
I finanzieri del Gruppo di Tortona hanno denunciato i responsabili, due persone di nazionalità cinese, e grazie ad ulteriori accertamenti hanno individuato un altro soggetto di nazionalità cinese che, allo stesso modo, operava attraverso una società di capitali di Prato di cui era rappresentante legale. Nella circostanza, gli alimenti, dal peso complessivo di 23 tonnellate, sono stati sequestrati dai finanzieri e dai doganieri direttamente presso l’Interporto di Rivalta Scrivia.