Con questo editoriale tentiamo un azzardo per un quindicinale, che si occupa di innovazione e tutela del prodotto, ma i tempi lo necessitano perché in discussione c’è la madre di tutte le condizioni, vale a dire la credibilità del sistema Paese.
Lo spettacolo dei partiti, cui assistiamo in questi giorni, ha dell’indecente: di fronte all’evidente sproporzione tra spese (finora non rendicontate) e rimborsi elettorali, ben pochi hanno il coraggio di fare un passo indietro ed anche a questi viene da chiedere: finora dove eravate, complici redenti? Premetto che sono favorevole ad un giusto finanziamento pubblico dei partiti, ma quella in atto è un’autentica rapina ai danni dei contribuenti, perpetrata nel nome dei “costi della democrazia”: non ne discuto la ratio, ma la quantità, perché la democrazia non è fatta solo dai partiti, ma anche da una scuola efficiente, da una cultura diffusa, da una società equa e non è democratico che ci sia chi ha risorse pubbliche per investimenti immobiliari o finanziari e chi, figlio della stessa “madre Stato”, non ha i soldi per la cancelleria; senza considerare le tante imprese in crisi, i posti di lavoro persi per inadempienze contrattuali di un settore pubblico, che non ha risorse per onorare i contratti, ma ne ha per foraggiare abbondantemente i partiti. Di fronte a questo scandalo non riusciamo, però, a trasformare il mugugno quotidiano in palese indignazione sociale. I partiti attuali non ci stanno rubando il futuro, ma il presente di cui noi rappresentiamo un piccolo aspetto settoriale; se è vero che un’etichetta “racconta” non solo un prodotto, ma il territorio che c’è alle spalle, l’ “etichetta Italia” oggi cosa rappresenta?
Mi rivolgo, pertanto alle donne, le uniche che hanno dimostrato in tempi recenti capacità di mobilitazione trasversale; noi uomini sappiamo solo rispondere agli appelli (e il sindacato, in questo momento, è impegnato su altri fronti) oppure fare l’ennesimo partito, promuovendo contrapposizione e non cultura sociale.
Allora, compagne ed amiche: se non ora, quando?
Il direttore
Fabrizio Stelluto