Dal 7 al 10 maggio, torna a Parma CIBUS ed il clima è di rinnovato ottimismo. La domanda di ‘food made in Italy’ proveniente da tutto il mondo anche nel 2011 è cresciuta e, nonostante la crisi economica, le prospettive per il 2012 sono favorevoli. Non solo nei Paesi tradizionali importatori di cibo italiano (Germania o Usa), ma anche nei Paesi emergenti: 300 milioni di indiani benestanti consumano pasta, olio e formaggi italiani; in Brasile proliferano i ristoranti italiani e nei negozi crescono i consumi di pasta, salumi, formaggi e pizza; la Russia, che importa il 40% del proprio fabbisogno alimentare, compra fortemente italiano; ed in estremo oriente, l’occidentalizzazione delle abitudini alimentari tocca anche milioni di cinesi e vietnamiti.
Si spiega così che l’export dell’industria alimentare sia cresciuto del 10,3% nel 2011 e che la bilancia commerciale dei prodotti tipici del made in italy registri un saldo positivo di 7 miliardi di Euro. Ma il mantenimento di questi tassi di crescita dipenderà da vari fattori: dalla coesione dell’intera filiera agroalimentare, dalla integrazione delle attività mirate all’internazionalizzazione di enti governativi e non, dalla capacità di veicolare i prodotti italiani nella grande distribuzione estera, dai risultati della lotta contro il cosiddetto “italian sounding”. E saranno proprio questi i temi della 16° edizione del Salone Internazionale dell’alimentare italiano. «Cibus è una fiera delle aziende e per le aziende – sottolinea Franco Boni, presidente di Fiere di Parma – pertanto, dato che l’obiettivo principale dell’agroalimentare è la conquista dei mercati esteri, abbiamo raddoppiato i nostri sforzi per assicurare l’arrivo di buyers ed operatori dai Paesi maggiormente interessati». E Fiere di Parma conferma di aver triplicato le prenotazioni dei buyers provenienti dai Paesi emergenti (dalla cinese Shanghai City Supermarket alla brasiliana Grupo Pão de Açúcar). Inoltre, per aiutare le imprese alimentari italiane a selezionare e gestire le proprie partecipazioni fieristiche anche nei Paesi emergenti, Fiere di Parma e Fiere di Colonia, hanno costituito una cabina di regia per gestire le relazioni con i buyers di Germania, Europa dell’Est, Giappone, USA e ASIA.