Il vino rosato italiano «non è più la Cenerentola delle etichette, ma al contrario, sta vivendo uno straordinario trend di crescita negli apprezzamenti da parte dei consumatori e dei mercati»: lo ha sottolineato l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia e Coordinatore della Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni, Dario Stefano. L’assessore ha sottoscritto con il ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, nel castello Aragonese di Otranto (Lecce), nell’ambito dei lavori del I Concorso nazionale sui Rosati d’Italia, un documento per la costituzione di una Fondazione come Presidio per la tutela e la valorizzazione dei vini rosati.
«Consentitemi un sentimento di orgoglio per una vittoria già conquistata: quella del vino rosato italiano. – ha detto Stefàno – Questo ci consegna la prima edizione ottimamente riuscita di un concorso che ha saputo intercettare, evidentemente, un bisogno esistente tra i produttori di tutta Italia, quello di valorizzare una tipologia enoica finora considerata un po’ la Cenerentola delle etichette».
«L’ampia partecipazione delle regioni italiane, pressoché tutte, ci ripaga degli sforzi e degli ostacoli incontrati lungo il percorso e irrobustisce le nostre convinzioni: il vino rosato italiano – ha detto Stefano – deve essere valorizzato e tutelato, poiché ha le carte in regola per ambire a palcoscenici più prestigiosi. Ô una peculiarità produttiva che appartiene all’intero Paese e racchiude in sé sapienza, tradizioni e culture contadine sedimentate nel corso dei millenni». Sono stati oltre 350 campioni di vino presentati al Concorso e 18 le regioni presenti.