A circa un mese dall’avvio dei saldi estivi, si registra nel settore moda un calo del 13% rispetto ad un anno fa. A dare i numeri è Federazione Moda Italia aderente a Confcommercio con un monitoraggio su moda, abbigliamento, intimo, calzature, pelletterie, accessori, tessile per la casa ed articoli sportivi. Secondo la rilevazione effettuata, lo scontrino medio ammonta a 81 euro, spesi principalmente per capi estivi come polo, t-shirt, bermuda. Gli acquisti importanti, se non strettamente necessari, sono stati rinviati a tempi migliori.
«I dati sui saldi diffusi da Confcommercio – ha immediatamente commentato il Codacons – confermano le nostre stime sull’andamento delle vendite, smentendo ancora una volta le previsioni ottimistiche giunte da alcune parti all’avvio degli sconti di fine stagione e che parlavano di cali degli acquisti ben più contenuti. Nel primo mese di saldi si è registrato un andamento disastroso nelle vendite e la riduzione degli acquisti raggiunge in alcune città quota -20%, con punte addirittura del -30% al sud».
«Andando avanti di questo passo – spiega Carlo Rienzi – con la crisi che incombe e la pressione fiscale che si fa sempre più esasperata, in futuro i saldi andranno sempre peggio. Per rilanciare i consumi e salvare il commercio e migliaia di piccoli negozi, è indispensabile liberalizzare gli sconti, lasciando al commerciante la libertà di scegliere quando scontare la propria merce, così da incrementare anche la concorrenza e creare molteplici occasioni di acquisto per il consumatore».
A circa un mese dall’avvio dei saldi estivi, si registra nel settore moda un calo del 13% rispetto ad un anno fa. A dare i numeri è Federazione Moda Italia aderente a Confcommercio con un monitoraggio su moda, abbigliamento, intimo, calzature, pelletterie, accessori, tessile per la casa ed articoli sportivi. Secondo la rilevazione effettuata, lo scontrino medio ammonta a 81 euro, spesi principalmente per capi estivi come polo, t-shirt, bermuda. Gli acquisti importanti, se non strettamente necessari, sono stati rinviati a tempi migliori.
«I dati sui saldi diffusi da Confcommercio – ha immediatamente commentato il Codacons – confermano le nostre stime sull’andamento delle vendite, smentendo ancora una volta le previsioni ottimistiche giunte da alcune parti all’avvio degli sconti di fine stagione e che parlavano di cali degli acquisti ben più contenuti. Nel primo mese di saldi si è registrato un andamento disastroso nelle vendite e la riduzione degli acquisti raggiunge in alcune città quota -20%, con punte addirittura del -30% al sud».
«Andando avanti di questo passo – spiega Carlo Rienzi – con la crisi che incombe e la pressione fiscale che si fa sempre più esasperata, in futuro i saldi andranno sempre peggio. Per rilanciare i consumi e salvare il commercio e migliaia di piccoli negozi, è indispensabile liberalizzare gli sconti, lasciando al commerciante la libertà di scegliere quando scontare la propria merce, così da incrementare anche la concorrenza e creare molteplici occasioni di acquisto per il consumatore».