Da “Italia del Vino-Consorzio” parte un invito all’intero sistema italiano del vino: assieme per conquistare il mercato cinese, uno dei più promettenti del prossimo futuro, attraverso una “cabina di regia” che massimizzi i già positivi esiti dei tanti interventi singoli sinora avviati in Cina.
A “Italia del Vino-Consorzio” partecipano le cantine quali: Banfi S.r.l.; Cantine Ferrari Fratelli Lunelli S.p.A.; Casa Vinicola Sartori S.p.A.; Casa Vinicola Zonin S.p.A.; F.lli Gancia S.p.A.; Gruppo Italiano Vini; Marchesi di Barolo; Medici Ermete & Figli S.r.l.; Santa Margherita S.p.A.; Società Agricola Drei Donà e Terredora Sa. «Sui mercati del futuro, quali la Cina, si gioca – ha detto il presidente di Italia del Vino-Consorzio, Ettore Nicoletto – la partita strategica per i prossimi anni. Ma l’offerta complessiva italiana, nonostante i segnali che giungono dai consumatori, è troppo frammentata per poter ottenere risultati importanti. Se entriamo nello specifico del mercato cinese, dobbiamo considerare che è caratterizzato da un’aliquota fortissima di consumi domestici e dalla presenza più consolidata dei nostri altri competitor, Francia in primis».
Bastano pochi numeri: nel 2011 la Cina ha consumato 156 milioni di casse di vino, 130 sono di vino cinese. Dei 26 milioni restanti, 8 sono di vino francese e soltanto 1,4 milioni arrivano dall’Italia. «Troppo poco – continua Ettore Nicoletto – dobbiamo invertire questa situazione e migliorare le nostre performance complessive. Fra tre anni, i consumi cinesi ammonteranno a 240 milioni di casse, con una crescita di oltre il 50%. Per questo dobbiamo muoverci tutti assieme, per cogliere questa grande opportunità che si sta aprendo. Altrimenti manterremo sempre una posizione marginale che non si addice al ruolo ed alla sostanza del vino italiano».
‘Invadere’ la Cina:
E alla Cina, ma anche a Usa e Canada, Giappone e Russia, guarda l’iniziativa dell’Istituto Grandi Marchi l’associazione che riunisce le 19 cantine simbolo del vino italiano di qualità. Nel corso del convegno “Competizione globale nel mercato del vino: sistemi Paesi a confronto” svoltosi nell’ambito del Festival della Diplomazia di Spoleto, la Consigliera Chiara Lungarotti, ha richiamato l’impegno dell’Istituto: «35 milioni di euro dei Fondi OCM Vino per promuovere il vino di qualità nel mondo, con circa 15 tappe realizzate in tutto il globo, dal 2009 ad oggi e altre 11 tappe nel 2013».
«Azioni sul trade e sui consumatori – ha spiegato Lungarotti – ma anche attività di formazione per la cultura del vino italiano di qualità sono la chiave per la promozione del Made in Italy, soprattutto sui nuovi mercati che oggi rappresentano la vera sfida e sui quali occorre un forte investimento che i Grandi Marchi si accingono a mettere in cantiere. Nonostante l’Europa, con il 53% del valore delle esportazioni, rimanga la destinazione prioritaria per il vino italiano, sono infatti i Paesi terzi a crescere maggiormente e a far fronte sempre di più al calo dei consumi interni. Tra i mercati con il maggior tasso di crescita per la domanda dei vini Italiani – ha concluso Lungarotti – ci sono la Cina, Hong Kong, ma anche il Sud Africa e il Giappone, dove negli ultimi anni si è investito molto grazie ai cofinanziamenti della Comunità Europea e del Mipaaf a sostegno delle imprese europee e italiane».