I dati più recenti sono aggiornati solo al 2017, ma la fotografia scattata dall’Ufficio studi di Mediobanca resta la principale fonte stimata dagli operatori per inquadrare l’andamento della filiera del sistema moda in Italia. La cornice è quella rappresentata da circa 82mila imprese attive con un fatturato di 78 miliardi di euro, mentre il focus di Mediobanca si concentra sulle 163 imprese del settore con oltre 100 milioni di euro di fatturato nel 2017.
Il valore aggiunto delle 163 grandi imprese cresce in modo decisamente più rapido rispetto al PIL nazionale, con un buon incremento rispetto al 2013 (+28,9%), dovuto in buona parte alle ottime performance del 2015 (+9,9%) e del 2014 (+7%). L’impatto sull’economia nazionale ne risulta pertanto crescente e nel 2017 ha rappresentato l’1,3% del Pil. Tra i comparti domina l’abbigliamento, che totalizza il 40,5% dei ricavi totali, seguito dalla pelletteria (20,9%) e dall’occhialeria (16,2%).
Oltre al fatturato cresce l’occupazione: con la preoccupazione che nel futuro manchino i tecnici qualificati
Il fatturato estero, sempre più determinante per il comparto moda, si è attestato nel 2017 al 63% delle vendite totali con un complessivo +22,9% rispetto al 2013: è una quota superiore a quella registrata dalle principali società manifatturiere italiane (56,7%). A livello settoriale risultano più orientati ai mercati esteri l’occhialeria (89,8%), il tessile (72,5%) e la pelletteria (66,1%).
Le ottime performance del settore moda sia in Italia sia all’estero trainano anche la forza lavoro: nel 2017, grazie ai 59,8mila nuovi dipendenti (+19,7% sul 2013 e +4% sul 2016), il comparto poteva contare su quasi 363mila occupati, in aumento tendenziale anche per gli anni successivi. I comparti che hanno visto maggiormente aumentare i propri organici sono stati la distribuzione, con un +26,8% pari a 8mila nuove unità: la pelletteria con il +26,7% è 11mila assunti; l’abbigliamento con un +22,4% e ben 28mila nuovi addetti.