Tre italiani, probabilmente già sotto osservazione dell’Interpol, sono stati arrestati a Morelia, capitale dello stato messicano del Michoacan. Un gruppo di cittadini li ha catturati e consegnati alla polizia locale. L’accusa è di aver frodato decine di messicani nella vendita di attrezzatura per l’edilizia.
Gli italiani, sembra tutti di origine napoletana, acquistavano strumenti prodotti in Cina, soprattutto trivelle, trapani e saldatrici, per un valore medio che oscillava tra i 40 e i 60 dollari. Dopodiché, cancellavano ogni traccia della provenienza cinese e applicavano etichette di marche più prestigiose, come Makita e Lincoln Electric. I prodotti falsificati venivano rivenduti, con fatture false, a un prezzo spesso più che decuplicato, in media tra i 300 e i 1000 dollari. Inusuali per noi le modalità dell’arresto: un gruppo di normali cittadini aveva bloccato sulla strada alle porte di Morelia un furgone guidato da Ferdinando Garofalo a bordo del quale erano trasportate le attrezzature contraffatte destinate alla vendita. Oltretutto sul permesso di transito del veicolo, risultava il nome di un tale Carmine Esposito.
Gli arresti effettuati dalla polizia sono avvenuti sulla base della ‘consegna’ diretta da parte dei cittadini
Dopo consegnato alla polizia Garofalo, lo stesso gruppo di persone si è diretto verso un magazzino dov’erano conservate decine di casse contenenti gli strumenti falsificati. Lì i cittadini hanno identificato Gennaro Cardone e Vincenzo Siciliano, entrambi con passaporto italiano, che sono stati consegnati alla polizia, mentre un quarto italiano, Pasquale Bruno, per ragioni non ancora chiarite, è tuttora in libertà.
La filiale messicana dell’azienda giapponese Makita, la cui etichetta era stata utilizzata per falsificare i prodotti, ha dichiarato: “Chiediamo ai nostri consumatori di trattare solo con distributori autorizzati perché è l’unico modo per acquistare un prodotto davvero originale”. Un consiglio evidentemente valido a tutte le latitudini.