I “berretti rossi” chiedono che fine abbia fatto la promessa di un tavolo contro lo sfruttamento
Appena un anno fa, 16 braccianti agricoli in due distinti incidenti stradali morivano in Capitanata dopo una delle loro tremende giornate di lavoro. I berretti rossi dell’Unione Sindacale di Base hanno promosso nelle campagne del Foggiano, sulla provinciale 105, una manifestazione in ricordo di tutte le vittime del lavoro e del sistema criminale che va sotto il nome di caporalato. Oltre un centinaio di braccianti, con delegazioni provenienti da Piemonte, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia, hanno marciato dal 19° al 21° chilometro della Sp 105 sorreggendo uno striscione con la scritta “Braccianti agricoli USB in marcia per i diritti sindacali e sociali”. In un’assemblea tenuta prima della marcia è stato deciso di dare vita a una grande iniziativa a novembre, in cui braccianti, contadini e consumatori uniti manifesteranno a Roma davanti al Parlamento per rivendicare i diritti di chi oggi tiene in vita la filiera agricola, totalmente esposta allo strapotere della Grande Distribuzione Organizzata, che fa il bello e il cattivo tempo incurante della dignità e della vita delle persone, e alle vessazioni del caporalato e della criminalità. L’obiettivo è ottenere impegni concreti da una politica che finora ha solo balbettato impegni vaghi e confusi, spesso contraddittori e sempre privi di effetti sulle condizioni di lavoro, abitative e sociali dei braccianti.
Aboubakar Soumahoro
Unione Sindacale di Base
Siamo con i braccianti della Capitanata per ricordare tutti braccianti agricoli morti un anno fa dopo essersi spaccati la schiena nella filiera del pomodoro. Non è possibile che il comparto agroalimentare generi un fatturato annuo di 132 miliardi di euro da una parte e dall’altra braccianti e contadini continuino a vivere fame e sfruttamento perché la Grande Distribuzione organizzata la fa da padrona. Chiedo al Ministro del Lavoro Luigi Di Maio come mai dopo un anno non c’è traccia del decreto interministeriale che doveva istituire il Tavolo operativo di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura? Come mai la Regione Puglia pur essendo titolare di una dotazione finanziaria comunitaria pari a oltre 1 miliardo 600 milioni continua a portare avanti progetti di mero assistenzialismo di deriva razzializzante? Basta lacrime dell’ipocrisia!