Già importanti gruppi internazionali hanno aderito al progetto della Fondazione Ellen MacArthur .
C’è una bella notizia per tutti coloro che usano abitualmente i jeans ed arriva dal sito ecotextile.com: la Fondazione Ellen MacArthur, che ha riunito marchi leader e aziende di riciclo nel mondo ha pubblicato nuove linee guida per trasformare il modo in cui i jeans vengono prodotti.
Da oltre un decennio, è ben noto, infatti, che il tessuto dei nostri jeans rappresenta la causa di un disastro ecologico globale per il troppo consumo di pesticidi e fertilizzanti nella coltivazione del cotone, l’inquinamento dell’acqua durante la colorazione, le emissioni gas derivanti dal trasporto. Inquinante per il prodotto finito è anche il costoso processo di lavaggio e stiratura: tenendo poi conto di tutti questi fattori è evidente che il prezzo dei pantaloni in denim è troppo alto per l’ambiente e raggiunge il suo picco quando, negli ambienti domestici, vengono sprecati e buttati via dopo soli circa quattro anni di leale servizio.
È per questo che la Fondazione Ellen MacArthur di New York ha stilato quattro prerequisiti in nome della moda etica per jeans, shorts, gonne, giacche e altro ancora a prova d’ambiente: longevità, materiali salubri, riciclabilità e tracciabilità, in linea con i principi dell’economia circolare.
G
Francois Souchet
leader
Make Fashion Circular
Fondazione
Ellen MacArthur
Il nostro modo di produrre jeans sta causando enormi problemi in termini di spreco e inquinamento, le cose non devono più andare così. Lavorando insieme possiamo creare dei jeans che durino ancor più a lungo, che possano essere trasformati in un nuovo paio una volta usati al massimo, e che siano realizzati in modo più rispettoso verso l’ambiente e chi li produce”. L’iniziativa ha già dato il benvenuto a bordo a molti marchi che hanno scritto la storia del denim internazionale: stando a circularonline.co.uk, ci sono in primis GAP e Lee Jeans. Ma anche il gruppo H&M, Mud Jeans, Outerknown, Tommy Hilfiger e The Reformation.