Non ci fosse l’accordo con la UE, l’uscita costerebbe alla Gran Bretagna 800 milioni di sterline
La “London fashion week 2019” si è aperta lanciando un chiaro messaggio politico: l’industria britannica della moda è infatti molto preoccupata per una possibile “Brexit no deal”. Una uscita senza alcun accordo dalla Ue, la cosidetta “hard Brexit” sembra infatti avvicinarsi rispetto alla data del 31 ottobre. Ai politici che stanno, dalla maggioranza all’opposizione, dividendosi e dimostrandosi sempre meno convinti di un qualsivoglia percorso, si è rivolta nel corso della cerimonia inaugurale della London Fashion Week la presidente del British Fashion Council, Stephanie Phair. E lo ha fatto per ribadire che l’industria sta esortando il Governo britannico a trovare un accordo prima di lasciare i 27.
Il British Fashion Council aveva già fatto sentire la sua voce il 2 settembre scorso chiedendo a Boris Johnson di trovare un’intesa con Bruxelles per garantire il futuro della moda britannica e invitandolo a non introdurre politiche migratorie troppo restrittive che chiudano le porte del Paese ai molti talenti stranieri e alla manodopera specializzata di cui il settore creativo ha bisogno.
Stephanie Phair ha ribadito che, secondo le stime, un “no deal” costerebbe nell’immediato al mondo della moda ben oltre 800 milioni di sterline.
La sfilata evento
In attesa dei nomi simbolo del made in Britain come Burberry, Christopher Kane o Victoria Beckham, ha destato grande attenzione la passerella di beneficenza di Fashion for Relief fondata da Naomi Campbell che quest’anno sta raccogliendo fondi per l’educazione dei bambini.
Abiti colorati e stravaganti, paillettes e maniche di piume, giacche destrutturate e molte stampe tra cui una dedicata all’amica di passerella Kate Moss. Presenti alla sfilata in prima fila uno accanto all’altro i redattori di Vogue Edward Enningul e Anna Wintour.