Quattro anni di contatti per mettere d’accordo i 10.000 produttori dei 26.000 ettari del nordest
Quasi la metà della produzione mondiale di Pinot grigio proviene dall’Italia e quasi l’85% di questa produzione si concentra nell’areale del Triveneto: oggi, per la prima volta ufficialmente, questo territorio si è presentato unitariamente in un convegno a Venezia dedicato alla stampa internazionale di settore e agli operatori esteri. Ad organizzarlo il Consorzio delle Venezie DOC, espressione di 10.000 viticoltori in un’area produttiva molto vasta che supera i 26 mila ettari e che unisce, climaticamente e culturalmente, la provincia autonoma di Trento, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia.
Il convegno veneziano di fatto ripercorre il percorso avviato circa 4 anni fa, che ha coinvolto tre differenti territori amministrativi, che ha portato ad accantonare antichi interessi dei singoli dei viticoltori, dei vinificatori e degli imbottigliatori. Il tutto per sposare quel denominatore comune che permette oggi la valorizzazione di un prodotto, il Pinot grigio, e che può ora presentarlo con forza sui mercati di tutto il mondo. Per questo gli operatori hanno deciso di apporre il Contrassegno di Stato ad ogni bottiglia di “Pinot Grigio delle Venezie”.
Giuseppe Pan
Assessore Agricoltura
Regione Veneto
Per quanto riguarda la strategia per conquistare nuovi mercati, sono convinto che il successo di una Denominazione si misura dalla capacità di affrontare le sfide in un contesto globalizzato. Innovazione, organizzazione e marketing devono accompagnare lo sforzo di chi produce o trasforma, ma in maniera sinergica, ricordando che a volte il passo indietro del singolo può garantire il successo del sistema.
Da questo connubio che veicola saperi, tradizione e cultura vogliamo trasmettere l’immagine dei nostri territori puntando sul rispetto del consumatore e sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale. Ecco allora che il vino, il Pinot grigio “delle Venezie” diventa un importante veicolo per lo sviluppo del territorio, in grado di coinvolgere risorse umane, economiche e professionali capaci di creare una forte sinergia tra storia, cultura, tradizione agricola e turismo.