Bellezza e creatività, sostenibilità e integrazione di saperi: questo il Made in Italy all’Expo .
Secondo una stima prudenziale della “School of management” del Politecnico di Milano, l’Expo “Dubai 2020” potrà garantire al sistema economico italiano ricadute per 1,6 miliardi di euro ogni anno, per ognuno dei 5 anni successivi all’Expo: il dato è emerso nel corso dell’audizione in commissione Cultura della Camera del Commissario generale di sezione per l’Italia per Expo, Paolo Glisenti.
Il padiglione italiano di Expo Dubai 2020, stando alle previsioni, accoglierà almeno 30 mila visitatori al giorno e quindi 5,5 milioni di persone in 6 mesi. Expo Dubai è destinato ad attirare circa 20-25 milioni di visitatori da Cina, India, Sud Est Asiatico, Africa settentrionale, Mediterraneo, Europa e naturalmente dall’area degli Emirati Arabi.
Il padiglione Italia, la cui costruzione inizierà entro la fine dell’anno, sarà collocato accanto all’India e alla Germania, di fronte all’Arabia Saudita e al Giappone, proprio all’uscita del padiglione degli Emirati Arabi. La moda sarà nel padiglione italiano l’elemento integratore delle diverse competenze, gusti, stili che vengono da vari territori, quindi anche da vari Paesi. Al visitatore verrà quindi offerta un’immagine di bellezza frutto dell’integrazione armoniosa di saperi diversi.
Paolo Glisenti
Commissario generale
per l’Italia
a Expo Dubai
A noi interessa molto esprimere a Dubai una identità nazionale, anche nella sua bellezza, e come la moda sia essa stessa un mestiere trasversale ad altri settori. Per esempio noi lavoreremo sui mestieri del cinema, sui costumisti del cinema e su come hanno influenzato la moda e come sono stati influenzati dalla moda.
C’è un progetto sul canale sostenibilità che è un progetto complessivo che è trasversale a tutto l’Expo e a tutta la nostra partecipazione per i sei mesi. Però vorremmo cercare di andare un pochino più in verticale su questo tema della sostenibilità, quindi riportare anche qui la sostenibilità alle sue tradizioni, lunghe, secolari, che sono anche la sostenibilità del futuro, ma che l’Italia esprime portandosi dietro la memoria e un’abitudine e una tradizione alla sostenibilità che non nasce oggi e per questo a maggiore possibilità di affermarsi in futuro.