Sarà più facile usufruire dei UE per la promozione estera anche con investimenti a lungo termine
L’Europa ha deciso una robusta iniezione di flessibilità nelle regole sulla promozione delle esportazioni in Paesi terzi del vino europeo per tutelarlo dai dazi che la guerra in corso potrebbe imporre. Il vino europeo forte dei propri numeri di fatturato e di export, vanta da anni un proprio specifico budget dedicato alla promozione. Una dotazione che per l’intera Ue si aggira attorno ai 300 milioni l’anno con l’Italia a fare la parte del leone con un terzo del budget complessivo: circa 102 milioni. Gli altri due player più importanti sono Spagna e Francia: i due Paesi che, in particolare sul vino, sono più penalizzati dai dazi Usa.
La decisione assunta dal Comitato di gestione vini a Bruxelles ha introdotto due importanti novità: da un lato sarà possibile elevare il tetto del cofinanziamento Ue fino al 60% degli investimenti previsti in promozione, dall’altro sarà eliminato il vincolo che imponeva di investire in promozione su un singolo mercato fino a un massimo di 5 anni dopodiché era obbligatorio modificare il Paese target. Ora invece sarà possibile per i Consorzi di Tutela e i produttori programmare più efficaci investimenti a lungo termine.
Luca Rigotti
Alleanza delle
cooperative italiane
Siamo molto soddisfatti anche perché ci siamo molto battuti per la cancellazione del vincolo dei 5 anni. L’esperienza infatti ci ha insegnato che per ottenere risultati tangibili con le iniziative di promozione occorrono investimenti più a lungo termine. Ma siamo soddisfatti anche della maggiore flessibilità sul tetto di cofinanziamento e sulle modifiche in corso d’opera dei progetti che sono state semplificate mentre in passato prevedevano un complesso iter burocratico. Ma, soprattutto, di fronte all’offensiva dei dazi siamo il primo settore ad avere già ottenuto da Bruxelles una risposta.