Oltre 80 milioni di bottiglie, tra italiane e straniere, per i 60 milioni di cittadini italiani .

Stando alle consuete elaborazioni dell’Osservatorio Economico Vini Speciali (Ovse-Ceves), nel mese di dicembre sono state stappate 77 milioni di tappi di bottiglie di bollicine nazionali, con una media, quindi, di 2,5 milioni di bottiglie ogni giorno.
Per la produzione italiana si tratta di un valore complessivo di circa 280 milioni di euro, in crescita sia per quanto riguarda i volumi, arrivati al +3,3%, sia per il valore, cresciuto del +4,4%. Scarsa la presenza dei prodotti stranieri che non arriveranno a toccare i 4 milioni di bottiglie, per la quasi totalità si tratta di champagne francese.
Per quanto sia molto difficile entrare nel dettagli di gusti degli italiani nei periodi festivi, l’Ovse-Ceves stima che il consumo abbia riguardato circa 48-50 milioni di bottiglie Prosecco, 10-11 milioni di metodo tradizionale classico e 6 milioni di Asti. Ed anche all’estero, ovviamente, il prodotto italiano si conferma vincente: l’enologia spumantistica italiana vale, dice l’Ovse, una bilancia export e un contributo al Pil che arriva a toccare i 2,2 miliardi di euro all’origine, pari a 6,1 miliardi al consumo finale.

Giampiero Comolli
Ovse-Ceves

C’è un crollo delle etichette poco note e non chiare nell’origine e nella marca, anche se copiano quelle più note. La ‘biodiversità spumantistica nazionale’ si è arricchita negli ultimi due anni di 120-140 etichette delle aziende vitivinicole a sud degli appennini tosco-emiliani: un indice di vivacità, ma anche di una situazione che va gestita. Si tratta di un patrimonio eccezionale, che tuttavia ha anche forti difficoltà di penetrazione, di conoscenza, di destinazione ampia. Sono produzioni di nicchia che restano tali, ma valorizzano ospitalità, accoglienza: gli spumanti d’Italia sono sempre più attrazione, buongusto e bellezza per i turisti stranieri.